Il Cimitero di Staglieno a Genova

Diario di Viaggio

La visita a questo luogo, talmente suggestivo ed etereo, fa quasi dimenticare per un istante di essere in un cimitero poichè si presenta, nella fulgida bellezza di marmi abilmente scolpiti in uno scenario che spezza il fiato, come un vero e proprio Museo d’Arte.
Uno strano rapporto lega Staglieno ad uno degli storici gruppi New Wave Inglesi, i Joy Division
(1977-1980; Ian Curtis, Peter Hook, Bernard Albrecht, Steve Morris).

Il gruppo, che nasce nel 1977 a Manchester, lascerà un segno indelebile nella scena musicale inglese soprattutto per la figura del suo leader Ian Curtis, suicida a 23 anni, che scelse due fotografie in bianco e nero di statue neoclassiche di Staglieno per le copertine di due suoi lavori. Un bellissimo angelo viene scelto per la copertina del singolo “Love we tear us apart”, uscito poi nel 1980.

La seconda copertina e’ quella di Closer, secondo lavoro su LP del gruppo, uscito postumo dopo la morte di Ian Curtis, che ritrae invece una deposizione sul compianto morto. Le due opere sono realizzate dagli scultori D.Paernio e O.Toso.

Storia

Aperto nel 1851, il Cimitero di Staglieno si è sviluppato rapidamente fino a raggiungere gli attuali 18.000 metri quadrati. Contiene anche un cimitero inglese, uno greco-ortodosso ed uno ebreo. Il più famoso attore genovese, Gilberto Govi, è sepolto qui.

Il primo progetto per l’area cimiteriale di Staglieno e’ del 1835 : da questa data in poi il cimitero inizia un’espansione sempre più disordinata dettata soprattutto dall’espansione della città di Genova. Staglieno e’ un’antologia di neo-stili.
Il neoclassicismo tardo investe generalmente i monumenti più antichi, con qualche preferenza per
l’aristocrazia o i personaggi pubblicamente altolocati. Avrà però vita breve, per lasciare il posto ad un realismo quasi fotografico apparentemente solo puntiglioso, ma forse molto più sincero e pungente di quel che non si pensi.

Parallelamente si scatenano il neogotico, romantico e fiorito, il neobizantino sontuoso, il neorinascimento secco e decorativo, il neoegizio, l’umbertino, il liberty che, più raro di quanto comunemente si immagini, ha lasciato una vena di poesia. Appena entrati dal maestoso ingresso che si affaccia sul fiume Bisagno
ci troviamo difronte alla “Statua della Religione” opera dello scultore Santo Vanni (1866); dietro l’imponente scultura ci appare il “Tempio dei Suffragi”, una copia in picco del Pantheon di Roma già presente nel progetto originale del Barabino (1835). Davanti ai due lati i “Campi di Terra” con pietre tombali e piccole lapidi, quindi l’inizio delle gallerie o corridoi, veri e propri rifugi di opere Neoclassiche della nobiltà genovese. All’interno di esse troviamo i più bei esempi dell’arte funeraria italiana della fine dell’800, marmi quasi vivi ricoperti ormai da un spessa coltre di polvere, segno del tempo e dell’incuria, che contraddistingue tutto il Cimitero.

Ubicazione: Zona di Staglieno, Genova

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