Credo che l’Arte in ogni sua forma sia tutto ed il suo contrario. A volte diretta ed immediata al punto tale da riuscire a far scaturire emozioni e sensazioni senza che il fruitore si arrovelli eccessivamente sui modi ed i linguaggi con cui essa si esprime. Si crea immediatamente, con estrema naturalezza e senza alcun tipo di mediazione, quell’empatia dirompente e naturale che rasenta l’incredibile, la magia.
Non è necessario, è un mio modesto parere, avere alcun tipo di informazione sul Caravaggio perchè l’intensità e la forza dei suoi dipinti arrivino forti, dirette e chiare. Certo è interessante leggere del suo realismo, dell’uso quasi maniacale delle luci e delle ombre per evidenziare la scena, per darne la corretta prospettiva, per caricare il tutto di pathos e sentimento, ma anche un digiuno di studi d’arte può, attraverso la propria sensibilità e curiosità, apprezzarne la genialità creativa.
L’Arte non deve rappresentare un mondo settario ed elitario e questo aspetto non é nemmeno nella sua natura. Come la musica rappresenta un incredibile strumento per diffondere in modo diretto ed immediato il senso della bellezza, concetto profondo ed esteso nel contempo che, come la natura, insegna ed educa all’armonia. Ciò che e’ armonioso esteticamente lo è anche dal punto di vista etico e portare avanti l’idea della bellezza assume anche una valenza sociale, sentimentale, ideologica e politica.
Ricercare la Bellezza nella propria vita implica necessariamente di adottare tutto ciò che e’ armonioso, nel concetto piu’ rispettoso, vero e onesto della libertà. Salvaguardare l’arte, come l’ambiente, significa portare avanti l’idea di una vita lontana dal degrado, la corruzione, intrisa di sani valori.
Nella libertà e spontaneità di apprezzare la bellezza credo che una buona dose di studio e di approfondimento sia estremamente utile.
Se grazie alla sensibilità siamo in grado di apprezzare l’arte, perché privarci comunque di tutti gli strumenti utili a migliorarne la fruizione?
Come in ogni altro aspetto del mondo, se disponiamo di un buon bagaglio di informazioni, sarà più semplice la comprensione dell’arte quando meno ci arriva di primo impatto. In più di un decennio in cui mi sono occupata d’arte su Sl spesso ho sentito dalle persone la frase: E’ inutile, io d’Arte non capisco nulla.
Spesso è solo un blocco mentale che attraverso convinzioni erronee ma consolidate ci vieta di approcciarci alle cose con libertà e senza pregiudizi, magari anche attribuendo all’arte qualcosa di pesante, di difficoltoso, che in realtà non esiste.
L’approccio ad ogni cosa nella vita dovrebbe sempre essere scevro da limitazioni derivanti da pregiudizi, etichette, sovrastrutture, retropensieri e paure. Credo che l’approccio all’arte debba essere un buon mix di tutto cio’ che naturalmente mettiamo in campo quando ci rapportiamo serenamente al prossimo.
Spontaneità e fiducia ma non dabbenaggine, onestà e libertà di pensiero, un buon bagaglio di esperienze di vita e di informazioni, la curiosità di conoscere e comprendere.
Ricordo la prima volta che vidi i Tagli di Fontana o le astrazioni multicolori di Kandinskij. Senza alcuna lettura pregressa
non avrei compreso che dietro quegli squarci nella tela insiste un atto provocatorio. L’idea rivoluzionaria di ricerca di nuovi strumenti e nuovi spazi che in Arte quasi sempre è indispensabile per superare un momento stagnante e ritrovare nuova linfa.
Senza aver letto qualcosa di maggiormente dettagliato non avrei magari compreso che dietro l’astrattismo ed il colore impiegato quasi esasperatamente si cela non solo il concetto di abbandono delle immagini reali e tradizionali per raggiungere maggiore libertà creativa ma perfino l’esigenza di rappresentare, attraverso quelle astrazioni, l’idea stessa della musicalità.
Sicuramente non giungerò mai ad essere una forte estimatrice di Lucio Fontana ma sono felice di non esserlo non per un pregiudizio ma perchè, pur avendone compreso il percorso artistico, non ne condivido il gusto e l’estetica.
La vita, lo comprendo, è naturalmente permeata di praticità, bisogni, attualmente ancora più stritolata tra pandemie e contingenze lavorative, sociali e familiari, ma “qualcuno” ha ricordato meglio di me quanto sia breve ed effimera.
In quanto esseri umani siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e ciò che riteniamo spesso ed erroneamente il superfluo, potremmo facilmente accorgerci che in realtà rappresenta ossigeno e nutrimento ed un ottimo corroborante nella nostra caotica quotidianità.
Farsi attraversare dall’arte, comprenderla, ricercare la bellezza sono un modo per migliorare noi stessi, offrendoci anche, e non è cosa da poco, meravigliosi strumenti per capirci meglio, per farci comprendere dagli altri e soprattutto un modo per non perdere la nostra identità e farla valere nel mondo.
Più ci forniamo di strumenti di conoscenza e comprensione e più nella vita non saremo facili prede di coloro che ci vogliono tutti uguali, tutti pensanti allo stesso modo, tutti schedati e confezionati, tutti distratti mentre la bellezza finisce nel degrado, mentre la cultura è strumento di pochi, mentre l’economia domina e regola su ogni aspetto pratico e non del nostro vivere quotidiano.
Che sia un’empatia, che sia uno studio matto e disperatissimo, che sia un incontro fugace, che sia una passione duratura nel tempo, datevi l’opportunità di fruire dell’arte, ovunque essa si trovi.
Non a caso è un’esortazione che assomiglia ad uno slancio sentimentale.